Descrizione
Della prima Chiesa, dedicata al santo dell'Asia minore martirizzato sotto le persecuzioni di Diocleziano nel 303, si hanno notizie documentate risalenti alla fine dell'ultimo decennio del XII secolo.
Sorgeva nella località ancora oggi chiamata Pieve ad oltre due chilometri dal paese, sulla strada che dalla Berguerina porta ai Dossi.Nel '500 per riparare ai danni dovuti alle frequenti alluvioni e per varie vicende storiche, si è dovuto riedificare dopo quattro secoli una seconda Chiesa, più ampia e più bella con la facciata rivolta a ponente in un luogo più sicuro, si suppone nelle vicinanze della prima.
Il numero dei fedeli era in costante aumento e nella visita pastorale del 1574 di mons. G. Maremonti risulta che gli abitanti da comunione erano 1000. Questo edificio fu consacrato dal vescovo di Ferrara Giovanni Fontana il 23 giugno 1596, assieme al nuovo cimitero costruito nelle vicinanze.
Nella visita pastorale del cardinale Carlo Pio di Savoia del 1656 gli abitanti raggiungevano quota 3000. Sorgeva il problema di edificare un nuovo edificio, quello che noi oggi vediamo.
Nel 1693 mons. Andrea Bertoni, durante la visita pastorale, vede la Chiesa rinnovata in modo radicale.
Dalla lapide di sinistra posta in facciata veniamo a conoscere che la costruzione della nuova Chiesa iniziò al tempo in cui era arciprete don Vincenzo de Vecchi che gettò le fondamenta, mentre il successore don Carlo Brunaldi portò avanti i lavori ed ornò nel 1691 il sacro edificio la cui facciata fu completata nel 1.708 sotto la guida di don Antonio Astrà con i proventi derivanti da una raccolta di denaro pubblico.
La parrocchia di Trecenta fece parte fino al 1818 della diocesi di Ferrara, come tutti i centri collocati nella transpadana ferrarese lungo l'argine sinistro del Po.
Il prospetto completato nel 1708 su disegno di Vincenzo Santini fu restaurato nel 1760 su disegno del figlio Angelo, in seguito ad un ciclone che il 12 agosto 1729 lo distrusse, con denaro pubblico e dell'arciprete del tempo don Domenico Sturari.
La maestosa facciata prospiciente l'ampio piazzale, in sintonia con la contigua canonica sul lato di sinistra, ingrandita ed unita alla Chiesa poco prima del 1796, si divide su due ordini richiamando motivi architettonici, scultorei ed ornamentali di carattere barocco.
Nel primo ordine si collocano la porta d'ingresso principale e le due laterali in corrispondenza delle navate.
Risalta il timpano centrale che racchiude una lapide di marmo nero recante l'anno 1701, in cui l'arciprete don Carlo Brunaldi a proprie spese eresse il portale. Le sculture in pietra tenera di ambito emiliano risalgono agli anni tra il 1708 e il 1730.
Nel primo ordine due angeli sopra il timpano del portale e dentro le nicchie, le statue, a sinistra di San Giovanni evangelista, a destra di San Carlo Borromeo.
Nel secondo ordine a sinistra la statua di San Rocco, a destra quella di San Sebastiano, al centro un riquadro ben contornato da modanature, in cui non si riesce più a leggere l'affresco di San Giorgio con il drago eseguito nel 1935 da Anselmo Baldissera di Sermide.
Leggiadre volute, che raccordano armoniosamente i due campi, terminano con una coppia di pinnacoli laterali, tipici di questa architettura.
Sulla sommità del frontone La Vergine Maria con bambino e due cherubini e agli estremi due vasi ornamentali.
La torre campanaria fu costruita con notevole impegno economico di tutti i parrocchiani i quali si tassarono per quattro lire a testa e fu innalzata nel 1618 per iniziativa di don Carlo Monaco.
INTERNO
La Chiesa di san Giorgio martire fu costruita su disegno dell'architetto ferrarese Vincenzo Santini. Il tempio è una delle Chiese più ampie ed armoniose della provincia di Rovigo, e rientra nella tipologia dell'architettura barocca ferrarese del settecento. L'interno a croce latina con tre navate ed undici altari, è bene proporzionato. Le dimensioni sono: larghezza m. 25, 25 e lunghezza m. 52, 30 per complessivi 1320 mq. di superficie.Pilastri quadrangolari dividono la navata centrale da quelle laterali con quattro arcate a tutto sesto. La Chiesa è stata ornata da stucchi tra il 1754 e il 1757. Le grandi finestre rettangolari offrono una buona illuminazione dell'edificio, intonacato di bianco e ripassato nel 1992 sotto Mons. Vittorio Zanca. Il pavimento originariamente in cotto, nel 1882 a causa del cattivo stato fu sostituito con piastre in cemento a tre colori. L'operazione si svolse per interessamento della fabbriceria e con il contributo del comune. Un restauro generale in tempi recenti fu effettuato nel 1935 in memoria dei coniugi Pietro e Orsola Bellini. Il 21 e 22 aprile 1960 al termine di un altro grande restauro la Chiesa è stata consacrata dal vescovo di Adria, mons. Guido Maria Mazzocco al tempo in cui era arciprete don Armando Ottoboni.
ALTARI:
Gli altari furono collocati in tempi successivi e ne contiamo undici nel 1796, nella visita pastorale dell'arcivescovo Alessandro Mattei. Successivamente gli altari furono spostati e sostituiti con altri. Tra il 1808 e il 1809 furono messi all'asta a Venezia cinque altari che coprivano le necessità dell'arciprete don Borzani. Furono acquistati per 300 lire e 200 lire si dovettero versare per il trasporto. Affrontò le spese Gianbattista Mazzantì per conto dell'arciprete che al momento non aveva disponibilità ed in seguito l'acquirente regalò il prestito. Gli altari provenienti da Venezia sono di ambito veneto in marmi policromi del XVIII-XIX sec. e sono nell'ordine, entrando da destra, quelli di San Gregorio il Taumaturgo, del Sacro Cuore, della B.V. del Rosario, della B.V. di Loreto e di San Gaetano da Thiene. Eretti nel 1813 quelli del transetto e nel 1819 gli altri tre. Gli altari originari sono di ambito emiliano, due in legno intagliato, scolpito e dorato, quelli di San Carlo (XVII sec.) e di Santa Eurosia (XVIII sec.) e tre in marmi policromi del XVIII sec. quelli di San Giorgio, dell'Epifania e di Sant'Antonio di Padova.
1 - Altare di San Carlo Borromeo
Tela di ambito emiliano del XVII secolo L'estasi di san Carlo Borromeo. San Carlo (1538-1584) fu cardinale e arcivescovo di Milano. La festa cade il 4 novembre.
2 - Altare di San Gregorio Taumaturgo
Pala di ambito emiliano dipinta nel 1695 al tempo dell'arciprete don Carlo Brunaldi Apparizione della B. V Maria e di san Giovanni a san Gregorio. Illustra l'apparizione che il santo, vescovo di Neocesarea in Turchia (213 ca. - 270-75), ebbe prima di iniziare la sua predicazione. Convertì molti pagani durante il suo episcopato e si circondò di una grande fama come operatore di miracoli. La festa si celebra il 17 novembre.
3 - Altare di San Giorgio
Il tabernacolo dell'altare appartiene al XX secolo. Fino agli anni '80 vi era collocata la statua del Sacro Cuore. La pala appartiene al dilettante Pietro Sartorelli di Trecenta (1805-1875) eseguita nel 1834 San Giorgio rifiuta di onorare gli dei. E' una copia dall'originale di Pietro Antonio Rotari del 1752 ca., che si trova nella Chiesa di san Giorgio di Reggio Emilia.
4 - Altare dell'Epifania
I marmi di questo altare furono collocati nel 1770 a cura dell'arciprete del tempo don Francesco Azzi. La tela Adorazione dei Magi è del pittore emiliano Carlo Bononi (1569-1632) del 1598.
5 - Altare del Sacro Cuore
Statua del Sacro Cuore del 1928. Ai lati due tele oblunghe di Giovan Francesco Braccioli di Ferrara (1699-1762) dipinte nel 1728, all'età di 29 anni, secondo quanto compare dalla scritta sul retro del telaio. A sinistra Santa Lucia, a destra Sant'Agata. Queste tele in origine si trovavano nella Chiesa della B.V. della Consolazione, detta di santa Chiara.
6 - Altare Maggiore
Altare in marmi vari di Ludovico Massari di Legnago eretto tra il 1806 e il 1807.La grande tela dietro l'altare San Giorgio lotta con il drago appartiene a Alberto Mucchiati di Ficarolo (1744-1828) dipintaprima del 1790. L'imponente cornice risale ai primi anni del 1790. La corona pensile di ambito locale è della prima metà del XIX secolo. Sotto la corona, un olio su tela Dio Padre tra angeli e cherubini. Il coro di legno e radica di noce- intagliato e scolpito realizzato da Pio Vaccari da Crevalcore tra il 1808-1810, fu commissionato dall'arciprete don Borzani. In sintonia con il coro troviamo il nuovo organo, la cassa è del 1928. il vecchio organo con cantoria (1793) era ormai inservibile e fu demolito negli anni '5O.
7 - Presbiterio
Alla parete sinistra, il più antico dipinto conservato nella Chiesa, la pregevolissima tavola di Giuseppe Mazzuoli detto Bastarolo (1536 ca.-1589) dei primi anni del 1570 Sant'Eligio vescovo in adorazione del crocifisso. Con la sinistra tiene il pastorale e con la destra alza una sella da cavallo. Il santo, nato in Francia verso il 588-90, prima di diventare vescovo lavorava il metallo e costruiva selle. Protettore dei fabbri, dei sellai, dei meccanici. La festa cade il primo dicembre. A destra tre tele che trattano scene di vita di san Giorgio come ufficiale delle milizie imperiali, sono di ambito emiliano del XVIII secolo. Illustrano (da sinistra a destra) rispettivamente: San Giorgio risuscita un morto, San Giorgio entra in un tempio pagano e con un alito abbatte gli idoli e San Giorgio davanti alla corte imperiale si proclama cristiano.
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8 - Transetto
Nelle pareti del transetto due tele attribuite al pittore emiliano Carlo Bononi allievo del Bastarolo. San Pietro e San Paolo, rispettivamente a sinistra e a destra, anticamente si trovavano nel coro.
9 - Altare della B.V. del Rosario
Statua della B.V. del Rosario di marmo, terracotta e legno di ambito veneto del 1865. Ai lati due statue, a sinistra Santa Maria Goretti, a destra San Domenico Savio di legno dipinto dello scultore di Ortisei G. V. Mussner della seconda metà di questo secolo.
10 - Altare di Sant'Antonio da Padova
Tela di ambito emiliano del XVII secolo Apparizione di Gesù Bambino a sant'Antonio da Padova. La festa del santo, nato a Lisbona nel 1195, ricorre il 13 giugno, giorno della sua morte, avvenuta nel 1231. Dalla visita pastorale del cardinale Cerri del 1674 sappiamo che Sant'Antonio era stato eletto a protettore contro le inondazioni. Una solenne processione si svolgeva nella prima domenica di luglio. A questo proposito in basso a sinistra, nel quadro, si nota un chierico e dietro di lui un crocifero e devoti in fila.
11 - Altare della B.V. di Loreto e Santo Angelo custode
Tela di ambito emiliano della seconda metà del 1600 La Madonna di Loreto, l'arcangelo Raffaele con il piccolo Tobia e un francescano. Con ogni probabilità il personaggio rappresentato nel centro in basso è Giovanni Battista Boschi, detto Fragalino, il quale per grazia ricevuta fece costruire l'altare della Madonna di Loreto e dell'Angelo custode. L'istituzione di questo altare, avente due benefici, risale al 12 maggio 1668. La tela era collocata sopra l'altare dove ora si trova la pala di san Carlo Borromeo. La festa della Madonna di Loreto ricorre il 10 dicembre.
12 - Altare di San Gaetano da Thiene
Tela di ambito veneto del XVIII-XIX secolo, acquistata nel 1820 Apparizione della Vergine Maria a san Gaetano da Thiene. La scena riferisce l'episodio avvenuto nella notte di Natale del 1516, in cui il santo ebbe la visione della Madonna in atto di porgergli il Divino Infante. San Gaetano (1480-1547) invocato come santo della Provvidenza è festeggiato il 7 agosto.
13 - Altare di Santa Eurosia
Tela attribuibile a G. F. Braccioli della seconda metà del XVIII secolo Il martirio di santa Eurosia. Eurosia vergine e martire spagnola, uccisa nel 714 da un moro, è onorata come protettrice dei frutti della terra ed è invocata contro le tempeste e i fulmini e per ottenere la pioggia. La festa ricorre il 25 giugno. Il gruppo scultoreo sulla destra Sant' Anna che insegna a leggere a Maria bambina è in legno dipinto dell'artista di Ortisei, contemporaneo, Luigi Stuflesser.
14 - Controfacciata
In alto tela di ambito emiliano del XVIII secolo, il martirio di san Giorgio e di san Maurelio. I santi Giorgio e Maurelio sono qui messi insieme anche se di epoche diverse, accomunati dal culto che da secoli attribuisce loro la Chiesa ferrarese.
15 - Battistero
Nell'atrio di destra, al centro di una cappellina, arricchita da due piccole vetrate policrome di questo secolo e delimitata da un cancelletto, troviamo il fonte battesimale di ambito emiliano in marmo rosso di Verona con coperchio a cupola di legno e in cima gruppo scultoreo del Battesimo di Gesù, del XVIII secolo. Nel centro del soffitto, in un riquadro, l'immagine della colomba, simbolo dello Spirito Santo.